La cultura di Mameli è classica e forte è il richiamo alla romanità. È di Scipione l'Africano, il vincitore di Zama, l'elmo che indossa l'Italia pronta alla guerra
Una bandiera e una speranza (speme) comuni per l'Italia, nel 1848 ancora divisa in sette Stati
In questa strofa, Mameli ripercorre sette secoli di lotta contro il dominio straniero. Anzitutto,la battaglia di Legnano del 1176, in cui la Lega Lombarda sconfisse Barbarossa. Poi, l'estrema difesa della Repubblica di Firenze, assediata dall'esercito imperiale di Carlo V nel 1530, di cui fu simbolo il capitano Francesco Ferrucci. Il 2 agosto, dieci giorni prima della capitolazione della città, egli sconfisse le truppe nemiche a Gavinana; ferito e catturato, viene finito da Fabrizio Maramaldo, un italiano al soldo straniero, al quale rivolge le parole d'infamia divenute celebri "Tu uccidi un uomo morto"
Ogni squilla significa "ogni campana". E la sera del 30 marzo 1282, tutte le campane chiamarono il popolo di Palermo all'insurrezione contro i Francesi di Carlo d'Angiò, i Vespri Siciliani.
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Fratelli
d'Italia
L'Italia
s'è
desta,
Dell'elmo
di
Scipio
S'è
cinta la
testa.
Dov'è la
Vittoria?
Le porga
la
chioma,
Ché
schiava
di Roma
Iddio la
creò.
Stringiamci
a coorte
Siam
pronti
alla
morte
L'Italia
chiamò.
Noi
siamo da
secoli
Calpesti,
derisi,
Perché
non siam
popolo,
Perché
siam
divisi.
Raccolgaci
un'unica
Bandiera,
una
speme:
Di
fonderci
insieme
Già
l'ora
suonò.
Stringiamci
a coorte
Siam
pronti
alla
morte
L'Italia
chiamò.
Uniamoci,
amiamoci,
l'Unione,
e
l'amore
Rivelano
ai
Popoli
Le vie
del
Signore;
Giuriamo
far
libero
Il suolo
natìo:
Uniti
per Dio
Chi
vincer
ci può?
Stringiamci
a coorte
Siam
pronti
alla
morte
L'Italia
chiamò.
Dall'Alpi
a
Sicilia
Dovunque
è
Legnano,
Ogn'uom
di
Ferruccio
Ha il
core, ha
la mano,
I bimbi
d'Italia
Si
chiaman
Balilla,
Il suon
d'ogni
squilla
I
Vespri
suonò.
Stringiamci
a coorte
Siam
pronti
alla
morte
L'Italia
chiamò.
Son
giunchi
che
piegano
Le spade
vendute:
Già l'Aquila
d'Austria
Le penne
ha
perdute.
Il
sangue
d'Italia,
Il
sangue
Polacco,
Bevé,
col
cosacco,
Ma il
cor le
bruciò.
Stringiamci
a coorte
Siam
pronti
alla
morte
L'Italia
chiamò
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La Vittoria si offre alla nuova Italia e a Roma, di cui la dea fu schiava per volere divino. La Patria chiama alle armi: la coorte, infatti, era la decima parte della legione romana
Popoli: Mazziniano e repubblicano, Mameli traduce qui il disegno politico del creatore della Giovine Italia e della Giovine Europa. "Per Dio" è un francesismo, che vale come "attraverso Dio", "da Dio"
Sebbene non accertata storicamente, la figura di Balilla rappresenta il simbolo della rivolta popolare di Genova contro la coalizione austro-piemontese. Dopo cinque giorni di lotta, il 10 dicembre 1746 la città è finalmente libera dalle truppe austriache che l'avevano occupata e vessata per diversi mesi
L'Austria era in declino (le spade vendute sono le truppe mercenarie, deboli come giunchi) e Mameli lo sottolinea fortemente: questa strofa, infatti, fu in origine censurata dal governo piemontese. Insieme con la Russia (il cosacco), l'Austria aveva crudelmente smembrato la Polonia. Ma il sangue dei due popoli oppressi si fa veleno, che dilania il cuore della nera aquila d'Asburgo.
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